venerdì 29 novembre 2019

Sintesi Novembre 2019

Siamo ad un passo dalla pronuncia della commissione VIA regionale sul progetto di centrale geotermica denominato Qualtra nei pressi di Montecastelli Pisano. Le agenzie di stampa riportano che il parere della commissione è sostanzialmente positivo, tuttavia rimane agli atti un pesantissimo parere vincolante negativo. Si tratta del parere della Soprintendenza di Pisa, la quale a questo punto dovrà necessariamente chiedere - se non sarà la Regione a farlo spontaneamente - che la questione sia rimessa al Consiglio dei Ministri per dirimere il conflitto, dal momento che un parere paesaggistico negativo non può in alcun modo essere superato dalla Regione. Non può inoltre essere ignorato il parere negativo del Comune di Castelnuovo Val di Cecina, che non ha soltanto una valenza “politica”, essendo stato ampiamente motivato sulla base di argomentazioni di carattere urbanistico, che fanno appello ai particolarissimi profili di tutela che lo strumento urbanistico comunale riserva all’isola amministrativa di Montecastelli Pisano, un “unicum” anche sotto questo profilo. Ora la decisione è in capo alla Giunta Regionale. Come cittadini ci appelliamo ai membri della Giunta perché riflettano sulle potenziali conseguenze dei tanti aspetti critici ancora non risolti.. Anche la distanza esatta della centrale di Qualtra rispetto all’abitato di Montecastelli è una questione non risolta tra le tante che motivano l’opposizione del comitato, perché non si tratta di valutare la distanza di una sola centrale ma di due, presentate della stessa azienda. Il progetto Qualtra è all’interno dell’area che da tredici anni l’amministrazione di Castelnuovo val di Cecina ha regolato come libera da insediamenti geotermici industriali, esattamente come l’altra centrale, quella a soli 700 m dal borgo di Montecastelli, che ugualmente sta per concludere la procedura di VIA presso il Ministero dell’ambiente. È ovvio che in un’area così piccola due centrali vicine una all’altra diventano un unico cumulo di insediamenti industriali. Un’opportuna distanza precauzionale dall’abitato è necessaria soprattutto quando si intende sperimentare una tecnologia complessa su grande scala (stiamo parlando di ettari!) che implica rischi ambientali seri, come quelli correlati alla costruzione di una centrale geotermica a ciclo binario. Ciò nonostante, tale principio di precauzione non sembra essere stato minimamente valutato presso l’Area VIA della regione Toscana. Se gli impatti possono in qualche modo essere mitigati (ma è tutto da verificare) i rischi invece rimangono. Il primo rischio del territorio, di cui la Giunta Regionale deve farsi carico, è quello connesso a impianti che possono indurre o innescare terremoti per la reinizione di gas incondensabili nel sottosuolo. Un rischio che trova conferma nelle numerose perizie critiche su progetti di questo tipo, in precedenti insuccessi registrati nel mondo e nelle recenti bocciature, proprio per rischio sismico (parere negativo 2707 del Ministero dell’Ambiente all’impianto di Serrara Fontana del 20/04/2018) di impianti identici a quelli proposti a Montecastelli (paese medioevale, d’edilizia storica senza accorgimenti antisismici). A ciò si aggiungono altri rischi significativi: quello della contaminazione della falde acquifere, quello luminoso, quello atmosferico, quello acustico (intollerabile per chi conosce la condizione attuale del luogo)... La scelta di far costruire a Montecastelli due centrali vicino al fragile paese, a gente e ad attività preesistenti viene quindi vissuta come un’imposizione autoritaria e non giustificabile da ragioni strategiche, come si vuol far credere, ma soltanto dall’arroganza del potere del più forte sul più debole. Detto questo il Comitato Montecastelli Viva non può che prendere atto con incredulità e disappunto della decisione presa dalla commissione tecnica e prepararsi a successive azioni di civile ma determinato contrasto in ogni sede.

Comitato Montecastelli Viva ONLUS

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