giovedì 26 febbraio 2015

Regione Toscana replica al comitato: moratoria è reale non una finzione

La replica della Giunta alle posizioni dei comitati contro la geotermia e sull'efficacia della sospensione per sei mesi dei permessi di ricerca.

La Regione specifica, in una nota, che la moratoria si applica alle nuove richieste di permessi di ricerca, mentre per quanto riguarda quelli presentati prima della entrata in vigore della legge la sospensione blocca il passaggio alla fase successiva, che consente la realizzazione di piezometri o attività di indagine per pozzi esplorativi, oggetto infatti di verifica di assoggettabilità a Via.

Se qualcuno aveva ottenuto quindi l'autorizzazione per attività di ricerca non invasive prima della moratoria e le sta portando avanti, non sta violando alcuna norma. Rimane attivabile l'attività di controllo da parte dell'autorità di vigilanza mineraria per verificare la corrispondenza tra le attività non invasive autorizzate e quelle effettivamente realizzate.

La Regione Toscana sta inoltre approntando uno studio che servirà a individuare i criteri obiettivi sulla base dei quali esaminare le richieste, offrendo anche ai Comuni, uno strumento quantomai opportuno vista la complessità della materia. E' bene precisare che lo studio non riguarderà la distinzione tra media e alta entalpia, come i comitati hanno scritto. Tanto meno il Paer individua aree non idonee alla geotermia, bensì prevede lo sviluppo dell'alta e della media entalpia a patto che questo sia subordinato all'impiego di tecnologie impiantistiche e pratiche gestionali altamente efficienti, e riconosce la specificità dell'Amiata dove la potenza raggiunta con la risorsa geotermica costituisce il punto di equilibrio tra il suo sfruttamento e la vocazione socio economica dei territorio.
Fonte: toscanamedianews

Ricerche geotermiche a Rosignano - tentata speculazione Tossica in Toscana

Riportiamo un articolo scritto da  Maurizio Marchi sull'area Geotermica chiamata "Rosignano".

Con delibera n. 465 del 16.2.15 della Regione Toscana, la stessa ha preso atto della rinuncia della soc. Iterna srl di Frosinone a svolgere perforazioni di ricerca geotermica nell’area cosidetta ”Rosignano” di 49 chilometri quadrati, a cavallo della strada statale 206.
Ne prendiamo atto con soddisfazione, ricordando che solo MD nel 2012 – al momento dell’autorizzazione regionale, con il parere favorevole del Comune di Rosignano - fu l’unica associazione a prendere posizione contro questa ennesima e tossica speculazione.
Altre rinunce da parte di altre aziende, più o meno fittizie,  si sono verificate nel recente passato Gli altri permessi recentemente decaduti sono: Orciatico, San Cipriano, Frassini, tutti intorno a Volterra (decaduti il 26.01.2015); il Mandorlo, Ghizzano (decaduti il 4.04.2014).
Probabilmente i promotori di queste richieste non avevano nessuna intenzione di compiere effettivamente ricerche geotermiche, costose e incerte nei risultati, ma solo di vendere ad Enel  i permessi di ricerca autorizzati: in altre parole, una sorta di speculazione burocratica, all’ombra di una finta “liberalizzazione” del settore. Evidentemente nel frattempo Enel o altre multinazionali della geotermia non si sono dimostrate interessate a questi permessi di ricerca, per cui queste piccole aziende – sottoposte a canone di ricerca dalla regione – rinunciano velocemente.
Restano in piedi, per ora nella nostra zona, i permessi di ricerca di Peccioli, sempre in capo a Iterna srl, e a Riparbella in capo a Gesto Italia srl, oltre a molti altri nell’interno della Toscana. Speriamo e lottiamo affinchè rinuncino tutte le aziende a questa aggressione feroce alla terra toscana.

sabato 21 febbraio 2015

Luoghi del cuore - commenta Gelli “Avevamo ragione a difendere Montecastelli”

 Cosi commenta Federico Gelli il successo ottenuto da Montecastelli Pisano nei luoghi del Cuore del fai: "Avevamo ragione a difendere Montecastelli Pisano dalle nuove concessioni geotermiche. Non sono contrario allo sviluppo della geotermia, ma ci sono alcune zone della nostra Toscana di grande pregio naturalistico e storico che meritano di essere salvaguardate e tutelate”. 
Il deputato del Pd Federico Gelli ha così commentato alla notizia che la Fai ( Fondo Ambientale Italiano), ha inserito la torre di Montecastelli Pisano, piccolo borgo di origine medievale del comune di Castelnuovo Val di Cecina, nel censimento “I luoghi del cuore” all’ 86° posto su scala nazionale su 20.027 luoghi votati e al 2° posto su scala regionale, dopo la Certosa di Calci, su 187 luoghi censiti. “Il riconoscimento della Fai è un grandissimo risultato– aggiunge – ed è il giusto riconoscimento per una parte dell’Alta Val di Cecina che grazie ad un paesaggio unico e incontaminato, ha favorito la creazione di una solida economia basata sul turismo ambientale e l’agricoltura biologica. Rovinare tutto questo per realizzare delle centrali o stazioni di perforazioni geotermiche, tra l’altro molto vicine al paese – conclude il deputato democratico – ci sembrava, e ci sembra oggi ancora di più, del tutto inopportuno per il futuro di quel territorio”.
Fonte: http://www.gonews.it/2015/02/21/montecastelli-luogo-del-cuore-fai-gelli-avevamo-ragione-a-difenderlo/ 

venerdì 20 febbraio 2015

Luoghi del cuore della Toscana: La Torre Pannochieschi di Montecastelli Pisano all' 8° posto

Toscana protagonista nel censimento de "I luoghi del cuore" del Fai (Fondo ambiente italiano), La "Torre di Montecastelli" rintra tra le dodici perle della Toscana da salvare. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno votato con il cuore!
 "La Torre dei Pannocchieschi, oggi in rovina e non accessibile, domina con la sua possente struttura il borgo di Montecastelli Pisano (frazione di Castenuovo di val di Cecina) e l'intera valle del Pavone. Il torrione ha forma quadrata, è dotato di base lievemente scarpata e redondone in pietra che la separa dal muro a piombo. L'ingresso è al livello del primo piano e, nella parte superiore, i resti di una bella finestra con arco a tutto sesto fanno supporre l'uso abitativo dei piani alti." Scopri i dettagli sulla scheda del sito "luoghi del cuore".


 

Il resto della classifica ed i vincitori

Per il vincitore bisogna invece uscire di qualche chilometro dai confini regionali: Monterosso al Mare (La Spezia), perla delle Cinque Terre, con il suo convento dei frati cappuccini che ha raccolto 110.341. Ma già al secondo posto la Toscana fa capolino con la Certosa di Calci, Pisa, che ha portato a casa 92.259 voti.

Il Granducato mette dodici "luoghi del cuore" nella classifica dei primi cento: dopo Calci, al settimo posto ci sono le Terme del Corallo di Livorno con30.445 voti; all'undicesimo posto è la volta di Cortona (Arezzo) con il santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio, che ha raccolto il consenso di 22.314 votanti. Sedicesima posizione per le la Pieve di San Martino a Viano (Fivizzano, Massa) con 16.779 voti.

Oltre il ventesimo posto c'è ancora spazio per la Toscana: Fosso Bianco, Bagni di San Filippo  (Castiglione d'Orcia, Siena), 12.980 voti, al posto numero 23, poi si scende in 45esima posizione per l'Orto botanico Pietro Pellegrini di Massa (7.596 voti). Montepulciano, con il torrione della fattoria granducale di Abbadia, è al 66° posto con 5.653 voti.

Prima di arrivare alla centesima posizione ci sono altri scorci di Toscana che hanno raccolto un numero di voti significativo: la Torre di Montecastelli (Castelnuovo Valdicecina, Pisa) con 3.858 voti, la Chiesa di San Pier Maggiore a Pistoia (3.676 voti) e la Fattoria medicea delle Cascine di Tavola al 92° posto con 3.472 voti). Infine la chiesa di Santa Caterina a San Marcello Pistoiese con 3.451 voti (93° posto) e al 100° posto il Circo glaciale Pizzo d'Uccello e Solco di Equi (3.299 voti) a Casola in Lunigiana (Massa).

Davvero singolare che la provincia di Firenze sia praticamente assente. Bisogna scendere al 186° posto per trovare una struttura nel Fiorentino: la ex Manifattura Tabacchi di Firenze con appena  1.668 voti. Poi si scende addirittura al 287° posto con il Castello di Sammezzano a Reggello, con 520 voti.

Il progetto del Fai ha permesso di votare per il censimento da maggio a novembre 2014; sulla base delle preferenze dei partecipanti, ai quali è stato chiesto di indicare quello che ritenevano il proprio luogo del cuore, un luogo cioè al quale fossero legati e che ritenevano necessario proteggere. Sulla base della classifica, il Fai interverrà sui primi tre luoghi sulla base di precisi progetti. Il peogetto è alla settima edizione ed è promosso insieme a Intesa Sanpaolo.
Fonti: la nazione , repubblica

giovedì 19 febbraio 2015

Presentata interrogazione da Federico Gelli sulla Geotermia a Montecastelli

Così come promesso, l'onorevole del PD Federico Gelli ha presentato nella seduta del 17 Febbraio 2015 un interrogazione alla Camera in merito ai progetti di ricerca per la geotermia a Montecastelli Pisano frazione del comune di Castelnuovo di Val di Cecina (PI).

Il parlamentare Federico Gelli si rivolge al Ministro dello sviluppo economico e al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, premettendo che "è stato depositato presso la Regione Toscana e il Ministero per lo sviluppo economico, per l'avvio del procedimento di verifica, il progetto denominato 'Mensano' da parte della società 'Magma Energy Italia srl'; in particolare desta preoccupazione la realizzazione presso Montecastelli Pisano di un impianto pilota per la realizzazione di una centrale geotermica".
"Le nuove concessioni - si legge - rischiano pertanto di compromettere il comprensorio dell'Alta Valdicecina ancora integro e di grande rilievo paesaggistico, naturalistico e storico e in cui si è sviluppata nel corso degli anni una significativa economia legata al turismo sostenibile e alle produzioni biologiche di qualità". "La stessa Enel che opera da decenni in questo campo in Val di Cecina, non ha mai realizzato impianti in questo comprensorio; non si tratta, infatti, di mettere in discussione la geotermia, quale fonte energetica, anche in riferimento a quella di nuova generazione a bassa entalpia - prosegue l'interrogazione - la popolazione dei Comuni interessati ha già espresso parere contrario all'attività di nuovi impianti geotermici".
Gelli domanda pertanto "se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda attivare al fine di rivedere le concessioni di cui in premessa, con l'obiettivo di salvaguardare le peculiarità dei comprensori citati e di non consentire, quindi, che si proceda alla realizzazione presso Montecastelli Pisano di un nuovo impianto pilota".

Fonte: http://www.quinewsvolterra.it/interrogazione-di-gelli-su-montecastelli.htm

giovedì 12 febbraio 2015

Federico Gelli per difendere Montecastelli Pisano: CONCESSIONI INOPPORTUNE

Concessioni geotermiche inopportune! 

A rischio valore paeseggistico, storico e naturalistico dell’area

Le sacrosante parole di Federico Gelli riguardo alle concessioni geotermiche date per il territorio di Montecastelli Pisano:

"Non sono contro la geotermia, soprattutto quella di nuova generazione a bassa entalpia, e non voglio entrare nelle polemiche pro o contro la moratoria della Regione Toscana, il punto che invece voglio sottolineare è che le due nuove concessioni nell’area di Montecastelli Pisano sono inopportune. La mia interrogazione ai ministeri competenti punta solo a chiedere perché siano state rilasciate queste due concessioni, una ministeriale e una regionale, per effettuare perforazioni geotermiche in un area limitata ma di grande valore paesaggistico, storico e naturalistico come quello di Montecastelli dove si è sviluppata in questi anni una solida economia basata sul turismo ambientale e l’agricoltura biologica. Voglio ricordare che il Comune di Castelnuovo nel suo strumento urbanistico, è il primo a dire che in quelle aree la geotermia non ci deve essere. E anche la stessa Enel che opera da decenni in questo campo in Val di Cecina, non ha mai realizzato impianti in quella zona. Per questo motivo mi sono fatto carico delle legittime preoccupazioni dei cittadini di Montecastelli  perchè in tutti questi hanno investito lavoro e risorse nelle loro attività e che temono la nascita di nuovi insediamenti industriali che, oltre all’impatto ambientale, non garantirebbero una nuova e significativa occupazione. "

Fonte: http://www.federicogelli.it/?p=1590

Geotermia: approvato lo stop al rilascio permessi e proroghe per 6 mesi

Il Consiglio regionale approva a maggioranza la proposta di legge che prevede una moratoria di sei mesi nel rilascio dei permessi e delle relative proroghe, e degli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi per la ricerca di fonti geotermiche.


“L’obiettivo di questa proposta di legge è quella di porre un limite alle richieste dei permessi di ricerca e ai conseguenti pozzi esplorativi – che hanno avuto un consistente aumento per effetto della liberalizzazione dell’attività geotermoelettrica operata con il decreto legislativo n. 22 dell’11 febbraio 2010 – al fine di evitare rischi per la sostenibilità ambientale e socioeconomica dei territori interessati”. Lo ha dichiarato Rosanna Pugnalini (Pd), presidente della commissione sviluppo, illustrando all’aula l’atto. La norma, ha spiegato Pugnalini, nel rispetto degli indirizzi dettati dal Paer (Piano Ambientale ed Energetico regionale), e tenuto conto che il numero dei permessi di ricerca richiesti appare potenzialmente superiore a quello necessario per il perseguimento dell’obiettivo del burden sharing regionale (ossia la ripartizione dell’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni e di sviluppo delle rinnovabili), “intende assicurare uno sviluppo equilibrato del territorio attraverso l’individuazione di un numero massimo di pozzi esplorativi da consentire e dei criteri per la loro distribuzione sul territorio”. La proposta di legge contiene un unico articolo, diviso in due commi. Il comma 1 stabilisce “che la Giunta, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, individui con deliberazione il numero massimo dei pozzi, i criteri e i parametri per operare la loro distribuzione sul territorio”. Il comma 2, “rispondendo all’esigenza di cautela che è la ratio ispiratrice della legge stessa e per non compromettere in maniera irreversibile il territorio, stabilisce che non oltre sei mesi dall’entrata in vigore della legge sono sospesi i procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe, degli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi e gli atti ad essi preordinati”. Secondo Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc), “la Giunta non avrebbe dovuto presentare una proposta di legge per la moratoria, ma sarebbe dovuta giungere in aula con una legge che stabilisse i criteri e i vincoli che dovrà stabilire nei prossimi sei mesi”. Per questo motivo ha annunciato il voto di astensione. Nicola Nascosti (Forza Italia) ha presentato un emendamento, per escludere dalla moratoria gli impianti a bassa e media entalpia e ad emissioni zero. L’emendamento è stato poi respinto in fase di votazione. Andrea Agresti (Ncd), che si è detto favorevole nel merito, ha parlato di “legge che presenta alcuni elementi di forte criticità e che ha un sapore elettorale, perché è stata presentata in ritardo e si limita a imporre una moratoria anziché dettare i criteri per il governo del settore”. Per questo, ha aggiunto, “in fase di votazione il nostro gruppo si asterrà”. Per Mauro Romanelli (gruppo Misto), la geotermia, “che pure ha un importante impatto ambientale, è una risorsa rinnovabile da utilizzare, ma con tecnologie diverse” e “garantendo il pluralismo dei soggetti operanti sul mercato”. Ha aggiunto di comprendere la ratio della legge, “ma si rischia il paradosso di rimettere in discussione l’esistente e di bloccare le novità”. Apprezzamento è stato espresso, invece, da Marta Gazzarri (capogruppo Tcr), perché “il numero delle richieste per i permessi di ricerca era davvero troppo alto e perché finalmente si è dato ascolto alla voce dei cittadini”. Sospendere per sei mesi, ha aggiunto, “non vuol dire bloccare lo sviluppo ma ragionare in termini di sostenibilità ambientale e di sviluppo sostenibile”. Per Ivan Ferrucci (Pd) sulla geotermia si sono sprecati “molti aggettivi a sproposito”, perché “la geotermia è indiscutibilmente una fonte di energia rinnovabile e perché gli obiettivi che ci diamo con il Piano ambientale ed energetico regionale sono importanti”. La moratoria, ha spiegato, “non significa fermare il settore, ma affrontare il merito delle questioni per ridare slancio a questa fonte rinnovabile”. Secondo l’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini, la proposta di legge “non nasce da esigenze elettorali, ma dalla necessità di tenere in conto le istanze di chi critica gli interventi e di giudicare con criteri oggettivi il gran numero di richieste di permessi di ricerca che ci sono arrivati”. L’idea di fondo, ha aggiunto, “è quella di tutelare l’interesse pubblico e, allo stesso tempo, quello della libera intrapresa. Per questo servono criteri oggettivi che la Giunta si darà da qui a sei mesi”. L’aula ha approvato un emendamento, prima firmataria Lucia De Robertis (Pd), che nel preambolo precisa che l’obiettivo del burden saring per il 2020 è quello di raggiungere almeno i 150 MW di potenza geotermica prodotta. Marcheschi (FdI) dopo il ‘niet’ del Consiglio: “Prendere 6 mesi di tempo è una mossa elettorale che penalizzerà la Toscana” “La Regione Toscana ha calato la maschera e scelto di ‘congelare’ per sei mesi ogni decisione sulla geotermia: ora si va verso lo spettro di decine di cause milionarie da parte di chi ha già ottenuto i permessi di ricerca”. E’ quanto denuncia con forza il consigliere regionale Paolo Marcheschi (FdI), dopo che il Consiglio regionale ha deciso una moratoria di sei mesi sulla ricerca geotermica: “Da lungo tempo il piano energetico regionale è bloccato proprio dalla questione degli impianti geotermici – spiega, condividendo le preoccupazioni espresse dall’Ordine dei geologi – perché dopo la liberalizzazione delle risorse nel 2010 la Toscana non ha saputo gestire la loro valorizzazione. Col risultato che per non scontentare nessuno – né i numerosi comitati che si oppongono alla costruzione di impianti, né le società disposte a investire in Toscana – la Regione ha preso altri sei mesi di tempo per produrre uno studio. Si tratta di una dilazione dei tempi meramente elettorale, dal momento che la Regione dispone già di tutti gli strumenti (dal piano di programmazione a quello energetico fino alla Via) per decidere se eventualmente aumentare la quota minima di 150 Megawatt richiesta dall’Europa e già raggiunta. La Toscana – continua Marcheschi – potrebbe produrre almeno quattro volte questa quantità di energia, e le sue risorse (concentrate tra Grosseto, Siena e Pisa) potrebbero rifornire di energia elettrica quasi tutta Italia. Invece la sinistra sceglie di non prendere posizione, quando ci sono già 38 permessi di ricerca assegnati a società che potrebbero scegliere di abbandonare la Toscana, con tutte le relative ricadute occupazionali, oppure di aprire contenziosi che costerebbero alla collettività milioni di euro. Certo, nessuno è per la costruzione selvaggia ma la battaglia va fatta sugli impianti a emissioni zero, non sui calcoli elettorali: se la Regione vuole limitare le costruzioni delle centrali lo faccia apertamente, operando attraverso la Via”.
Fonti: Consiglio regionale - ufficio stampa e Gonews
l Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la proposta di legge che prevede una moratoria di sei mesi nel rilascio dei permessi e delle relative proroghe, e degli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi per la ricerca di fonti geotermiche. “L’obiettivo di questa proposta di legge è quella di porre un limite alle richieste dei permessi di ricerca e ai conseguenti pozzi esplorativi – che hanno avuto un consistente aumento per effetto della liberalizzazione dell’attività geotermoelettrica operata con il decreto legislativo n. 22 dell’11 febbraio 2010 – al fine di evitare rischi per la sostenibilità ambientale e socioeconomica dei territori interessati”. Lo ha dichiarato Rosanna Pugnalini (Pd), presidente della commissione sviluppo, illustrando all’aula l’atto. La norma, ha spiegato Pugnalini, nel rispetto degli indirizzi dettati dal Paer (Piano Ambientale ed Energetico regionale), e tenuto conto che il numero dei permessi di ricerca richiesti appare potenzialmente superiore a quello necessario per il perseguimento dell’obiettivo del burden sharing regionale (ossia la ripartizione dell’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni e di sviluppo delle rinnovabili), “intende assicurare uno sviluppo equilibrato del territorio attraverso l’individuazione di un numero massimo di pozzi esplorativi da consentire e dei criteri per la loro distribuzione sul territorio”. La proposta di legge contiene un unico articolo, diviso in due commi. Il comma 1 stabilisce “che la Giunta, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, individui con deliberazione il numero massimo dei pozzi, i criteri e i parametri per operare la loro distribuzione sul territorio”. Il comma 2, “rispondendo all’esigenza di cautela che è la ratio ispiratrice della legge stessa e per non compromettere in maniera irreversibile il territorio, stabilisce che non oltre sei mesi dall’entrata in vigore della legge sono sospesi i procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe, degli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi e gli atti ad essi preordinati”. Secondo Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc), “la Giunta non avrebbe dovuto presentare una proposta di legge per la moratoria, ma sarebbe dovuta giungere in aula con una legge che stabilisse i criteri e i vincoli che dovrà stabilire nei prossimi sei mesi”. Per questo motivo ha annunciato il voto di astensione. Nicola Nascosti (Forza Italia) ha presentato un emendamento, per escludere dalla moratoria gli impianti a bassa e media entalpia e ad emissioni zero. L’emendamento è stato poi respinto in fase di votazione. Andrea Agresti (Ncd), che si è detto favorevole nel merito, ha parlato di “legge che presenta alcuni elementi di forte criticità e che ha un sapore elettorale, perché è stata presentata in ritardo e si limita a imporre una moratoria anziché dettare i criteri per il governo del settore”. Per questo, ha aggiunto, “in fase di votazione il nostro gruppo si asterrà”. Per Mauro Romanelli (gruppo Misto), la geotermia, “che pure ha un importante impatto ambientale, è una risorsa rinnovabile da utilizzare, ma con tecnologie diverse” e “garantendo il pluralismo dei soggetti operanti sul mercato”. Ha aggiunto di comprendere la ratio della legge, “ma si rischia il paradosso di rimettere in discussione l’esistente e di bloccare le novità”. Apprezzamento è stato espresso, invece, da Marta Gazzarri (capogruppo Tcr), perché “il numero delle richieste per i permessi di ricerca era davvero troppo alto e perché finalmente si è dato ascolto alla voce dei cittadini”. Sospendere per sei mesi, ha aggiunto, “non vuol dire bloccare lo sviluppo ma ragionare in termini di sostenibilità ambientale e di sviluppo sostenibile”. Per Ivan Ferrucci (Pd) sulla geotermia si sono sprecati “molti aggettivi a sproposito”, perché “la geotermia è indiscutibilmente una fonte di energia rinnovabile e perché gli obiettivi che ci diamo con il Piano ambientale ed energetico regionale sono importanti”. La moratoria, ha spiegato, “non significa fermare il settore, ma affrontare il merito delle questioni per ridare slancio a questa fonte rinnovabile”. Secondo l’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini, la proposta di legge “non nasce da esigenze elettorali, ma dalla necessità di tenere in conto le istanze di chi critica gli interventi e di giudicare con criteri oggettivi il gran numero di richieste di permessi di ricerca che ci sono arrivati”. L’idea di fondo, ha aggiunto, “è quella di tutelare l’interesse pubblico e, allo stesso tempo, quello della libera intrapresa. Per questo servono criteri oggettivi che la Giunta si darà da qui a sei mesi”. L’aula ha approvato un emendamento, prima firmataria Lucia De Robertis (Pd), che nel preambolo precisa che l’obiettivo del burden saring per il 2020 è quello di raggiungere almeno i 150 MW di potenza geotermica prodotta. Marcheschi (FdI) dopo il ‘niet’ del Consiglio: “Prendere 6 mesi di tempo è una mossa elettorale che penalizzerà la Toscana” “La Regione Toscana ha calato la maschera e scelto di ‘congelare’ per sei mesi ogni decisione sulla geotermia: ora si va verso lo spettro di decine di cause milionarie da parte di chi ha già ottenuto i permessi di ricerca”. E’ quanto denuncia con forza il consigliere regionale Paolo Marcheschi (FdI), dopo che il Consiglio regionale ha deciso una moratoria di sei mesi sulla ricerca geotermica: “Da lungo tempo il piano energetico regionale è bloccato proprio dalla questione degli impianti geotermici – spiega, condividendo le preoccupazioni espresse dall’Ordine dei geologi – perché dopo la liberalizzazione delle risorse nel 2010 la Toscana non ha saputo gestire la loro valorizzazione. Col risultato che per non scontentare nessuno – né i numerosi comitati che si oppongono alla costruzione di impianti, né le società disposte a investire in Toscana – la Regione ha preso altri sei mesi di tempo per produrre uno studio. Si tratta di una dilazione dei tempi meramente elettorale, dal momento che la Regione dispone già di tutti gli strumenti (dal piano di programmazione a quello energetico fino alla Via) per decidere se eventualmente aumentare la quota minima di 150 Megawatt richiesta dall’Europa e già raggiunta. La Toscana – continua Marcheschi – potrebbe produrre almeno quattro volte questa quantità di energia, e le sue risorse (concentrate tra Grosseto, Siena e Pisa) potrebbero rifornire di energia elettrica quasi tutta Italia. Invece la sinistra sceglie di non prendere posizione, quando ci sono già 38 permessi di ricerca assegnati a società che potrebbero scegliere di abbandonare la Toscana, con tutte le relative ricadute occupazionali, oppure di aprire contenziosi che costerebbero alla collettività milioni di euro. Certo, nessuno è per la costruzione selvaggia ma la battaglia va fatta sugli impianti a emissioni zero, non sui calcoli elettorali: se la Regione vuole limitare le costruzioni delle centrali lo faccia apertamente, operando attraverso la Via”. Fonte: Consiglio regionale - ufficio stampa

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La norma, ha spiegato Pugnalini, nel rispetto degli indirizzi dettati dal Paer (Piano Ambientale ed Energetico regionale), e tenuto conto che il numero dei permessi di ricerca richiesti appare potenzialmente superiore a quello necessario per il perseguimento dell’obiettivo del burden sharing regionale (ossia la ripartizione dell’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni e di sviluppo delle rinnovabili), “intende assicurare uno sviluppo equilibrato del territorio attraverso l’individuazione di un numero massimo di pozzi esplorativi da consentire e dei criteri per la loro distribuzione sul territorio”. La proposta di legge contiene un unico articolo, diviso in due commi. Il comma 1 stabilisce “che la Giunta, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, individui con deliberazione il numero massimo dei pozzi, i criteri e i parametri per operare la loro distribuzione sul territorio”. Il comma 2, “rispondendo all’esigenza di cautela che è la ratio ispiratrice della legge stessa e per non compromettere in maniera irreversibile il territorio, stabilisce che non oltre sei mesi dall’entrata in vigore della legge sono sospesi i procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe, degli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi e gli atti ad essi preordinati”. Secondo Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc), “la Giunta non avrebbe dovuto presentare una proposta di legge per la moratoria, ma sarebbe dovuta giungere in aula con una legge che stabilisse i criteri e i vincoli che dovrà stabilire nei prossimi sei mesi”. Per questo motivo ha annunciato il voto di astensione. Nicola Nascosti (Forza Italia) ha presentato un emendamento, per escludere dalla moratoria gli impianti a bassa e media entalpia e ad emissioni zero. L’emendamento è stato poi respinto in fase di votazione. Andrea Agresti (Ncd), che si è detto favorevole nel merito, ha parlato di “legge che presenta alcuni elementi di forte criticità e che ha un sapore elettorale, perché è stata presentata in ritardo e si limita a imporre una moratoria anziché dettare i criteri per il governo del settore”. Per questo, ha aggiunto, “in fase di votazione il nostro gruppo si asterrà”. Per Mauro Romanelli (gruppo Misto), la geotermia, “che pure ha un importante impatto ambientale, è una risorsa rinnovabile da utilizzare, ma con tecnologie diverse” e “garantendo il pluralismo dei soggetti operanti sul mercato”. Ha aggiunto di comprendere la ratio della legge, “ma si rischia il paradosso di rimettere in discussione l’esistente e di bloccare le novità”. Apprezzamento è stato espresso, invece, da Marta Gazzarri (capogruppo Tcr), perché “il numero delle richieste per i permessi di ricerca era davvero troppo alto e perché finalmente si è dato ascolto alla voce dei cittadini”. Sospendere per sei mesi, ha aggiunto, “non vuol dire bloccare lo sviluppo ma ragionare in termini di sostenibilità ambientale e di sviluppo sostenibile”. Per Ivan Ferrucci (Pd) sulla geotermia si sono sprecati “molti aggettivi a sproposito”, perché “la geotermia è indiscutibilmente una fonte di energia rinnovabile e perché gli obiettivi che ci diamo con il Piano ambientale ed energetico regionale sono importanti”. La moratoria, ha spiegato, “non significa fermare il settore, ma affrontare il merito delle questioni per ridare slancio a questa fonte rinnovabile”. Secondo l’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini, la proposta di legge “non nasce da esigenze elettorali, ma dalla necessità di tenere in conto le istanze di chi critica gli interventi e di giudicare con criteri oggettivi il gran numero di richieste di permessi di ricerca che ci sono arrivati”. L’idea di fondo, ha aggiunto, “è quella di tutelare l’interesse pubblico e, allo stesso tempo, quello della libera intrapresa. Per questo servono criteri oggettivi che la Giunta si darà da qui a sei mesi”. L’aula ha approvato un emendamento, prima firmataria Lucia De Robertis (Pd), che nel preambolo precisa che l’obiettivo del burden saring per il 2020 è quello di raggiungere almeno i 150 MW di potenza geotermica prodotta. Marcheschi (FdI) dopo il ‘niet’ del Consiglio: “Prendere 6 mesi di tempo è una mossa elettorale che penalizzerà la Toscana” “La Regione Toscana ha calato la maschera e scelto di ‘congelare’ per sei mesi ogni decisione sulla geotermia: ora si va verso lo spettro di decine di cause milionarie da parte di chi ha già ottenuto i permessi di ricerca”. E’ quanto denuncia con forza il consigliere regionale Paolo Marcheschi (FdI), dopo che il Consiglio regionale ha deciso una moratoria di sei mesi sulla ricerca geotermica: “Da lungo tempo il piano energetico regionale è bloccato proprio dalla questione degli impianti geotermici – spiega, condividendo le preoccupazioni espresse dall’Ordine dei geologi – perché dopo la liberalizzazione delle risorse nel 2010 la Toscana non ha saputo gestire la loro valorizzazione. Col risultato che per non scontentare nessuno – né i numerosi comitati che si oppongono alla costruzione di impianti, né le società disposte a investire in Toscana – la Regione ha preso altri sei mesi di tempo per produrre uno studio. Si tratta di una dilazione dei tempi meramente elettorale, dal momento che la Regione dispone già di tutti gli strumenti (dal piano di programmazione a quello energetico fino alla Via) per decidere se eventualmente aumentare la quota minima di 150 Megawatt richiesta dall’Europa e già raggiunta. La Toscana – continua Marcheschi – potrebbe produrre almeno quattro volte questa quantità di energia, e le sue risorse (concentrate tra Grosseto, Siena e Pisa) potrebbero rifornire di energia elettrica quasi tutta Italia. Invece la sinistra sceglie di non prendere posizione, quando ci sono già 38 permessi di ricerca assegnati a società che potrebbero scegliere di abbandonare la Toscana, con tutte le relative ricadute occupazionali, oppure di aprire contenziosi che costerebbero alla collettività milioni di euro. Certo, nessuno è per la costruzione selvaggia ma la battaglia va fatta sugli impianti a emissioni zero, non sui calcoli elettorali: se la Regione vuole limitare le costruzioni delle centrali lo faccia apertamente, operando attraverso la Via”. Fonte: Consiglio regionale - ufficio stampa

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martedì 3 febbraio 2015

RESOCONTO Convegno Geotermia e territorio: problemi e necessità

 Organizzazione Evento: Comitato Montecastelli Viva, Rete Nazionale No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante (NoGESI)

MONTECASTELLI PISANO (PI), Sala “L’Orto del Prete"


Domenica 1 Febbraio alle ore 15,00

 CONVEGNO

GEOTERMIA E TERRITORIO: PROBLEMI e NECESSITA’

Conduce: Dott. Roberto Barocci, Rete Nazionale NoGESI
Saluti: Dott. Alberto Ferrini, Sindaco di Castelnuovo di Val di Cecina
Introduzione: Dott. Chiara Mezzedimi, Comitato Montecastelli Viva
Giovanna Limonta, Comitato Difensori della Toscana
Intervengono:
Ing. Gianpiero Secco, Sindaco di Seggiano, Monte Amiata
Prof. Claudio Margottini, Geologo, Università di Wuhan (Cina)
Geotermia, problemi ed opportunità
Ing. Monica Tommasi, Centro Studi Amici della Terra, Roma
Incentivi alla produzione di energia elettrica
Dott. Piero Pii, Sindaco di Casole D’Elsa
 A seguire: DIBATTITO


RESOCONTO CONVEGNO DOMENICA 1 Febbraio 2015 Domenica 1 Febbraio alle ore 15,00 a MONTECASTELLI PISANO (PI), frazione di Castelnuovo Val di Cecina, presso la Sala "L’Orto del Prete", il neo costituito Comitato Montecastelli Viva e Rete No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinate hanno organizzato un CONVEGNO dal titolo "GEOTERMIA E TERRITORIO: PROBLEMI E NECESSITA". Gli interventi sono stati condotti da Roberto Barocci (Rete Nazionale NoGESI). Hanno portato il loro contributo: i sindaci Alberto Ferrini (Castelnuovo di Val di Cecina) e Piero Pii (Casole d'Elsa), nonché i rappresentanti dei comitati locali, Chiara Mezzedimi per Montecastelli Viva, e Giovanna Limonta per Difensori della Toscana.
L'iniziativa nasce dalla necessità di informare la popolazione a proposito dell'imminente realizzazione di nuovi impianti geotermici industriali in prossimità dell'abitato di Montecastelli. La forte preoccupazione della popolazione e dei comitati locali nasce dal fatto che su una porzione così limitata di territorio insistono due concessioni: una regionale e l'altra governativa, che spazzerebbero via l'economia locale fondata sui valori del paesaggio (turismo, agricoltura, allevamento).

Le proposte degli amministratori locali sono state concordi nel richiedere al Parlamento e alla Giunta della Regione Toscana, che ha deciso di bloccare per sei mesi le concessioni di nuove autorizzazioni di ricerca, il rispetto delle previsioni contenute negli strumenti pianificatori dei rispettivi comuni, sia laddove è stata prevista una destinazione dei terreni per attività industriali e per la produzione di energie geotermiche, sia invece dove è stato previsto lo sviluppo di attività agricole e turistiche, valorizzate da un paesaggio di notevole valore, come a Montecastelli o a Casole d’Elsa. In quest’ultimo comune l’economia diffusa, collegata all’agriturismo e alle produzioni agricole di qualità, favorite da scelte amministrative coerenti e condivise, hanno già prodotto risultati significativi di tutto rispetto in termini di investimenti, occupati e redditi, che non possono essere vanificati da attività industriali.

Gli interventi di contenuto più strettamente scientifico sono stati affidati a Claudio Margottini, Geologo dell'Università di Wuhan (Cina) e Monica Tommasi, ingegnere del Centro Studi Amici della Terra di Roma. Il primo oltre alle esigenze di tutela e difesa delle risorse idriche, del rischio sismico e dei fenomeni di subsidenza, ha proposto una griglia di criteri tecnici oggettivi per individuare i siti idonei e quelli non idonei allo sfruttamento geotermico; griglia da sottoporre alla valutazione e verifica degli enti locali e dei cittadini al fine di presentare proposte concrete sia alla Regione Toscana che al Parlamento. La seconda ha affrontato i temi relativi ai notevoli contributi pubblici destinati dal Parlamento (Piano Berlusconi-Scagliola) allo sviluppo delle energie rinnovabili, evidenziando la scarsa utilità sociale degli attuali incentivi concessi alla produzione di energia geotermoelettrica, rispetto alle ricadute sociali producibili dallo sviluppo di altre fonti di energie rinnovabili, specie quelle destinate alla produzione di calore.

Hanno partecipato all'evento circa 80/90 persone che hanno dato vita ad un dibattito partecipato, ma mai polemico. I toni dell'evento sono stati estremamente costruttivi e sia i relatori che il pubblico hanno dimostrato che un dialogo anche tra chi porta istanze molto diverse e' possibile. I sindaci presenti hanno, in conclusione, fortemente manifestato la volontà di riappropriarsi della sovranità sui territori amministrati.