sabato 11 aprile 2015

Il pericolo degli impianti pilota nella Geotermia in Toscana

Pericolo centrali geotermiche pilota
Sono dieci le centrali pilota in Italia che producono quantità risibili ma legate a un giro di 5 miliardi l’anno di incentivi. In ballo, i soliti noti. Nell’affare si ritrovano Sorgenia, Saras o Gruppo Maccaferri, ma emergono anche strutture con sede in Liechtenstein.
Gli impianti: dove sono e di chi sono: fino a cinque anni fa, le uniche centrali geotermiche in Italia appartenevano all’Enel, in Toscana, sul monte Amiata e a Lardarello . Poi gli incentivi statali hanno cominciato a spostare su questa tecnologia l’interesse di parecchi imprenditori, basta pensare che gli impianti pilota ricevono un incentivo pari a cinque volte il costo dell’energia realmente prodotta, consideranto anche che il mercato di altre rinnovabili  ad esempio il fotovoltaico è ormai saturo. Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico (Mise) più di cento aziende hanno chiesto di poter scavare per cercare fonti geotermiche o per creare centrali. Dal 2010, il settore è stato liberalizzato e oggi, per le aziende, ci sono due tipi di permessi.
Il primo: le autorizzazioni delle Regioni per la cosiddetta geotermia tradizionale, che ha tre fasi di ricerca e tre diversi permessi prima di arrivare al rilascio della Valutazione di impatto ambientale (Via). I costi sono alti, gli investimenti pari a decine di milioni di euro.
Il secondo: l’autorizzazione per le dieci centrali di geotermia pilota previste dal governo per una produzione totale di 50 Megawatt. È il jack-pot: basta un’unica autorizzazione, concessa da Mise e ministero dell’Ambiente d’intesa con la regione, e via con la centrale.
Nell’elenco di chi ha chiesto o già strappato una concessione ci sono nomi ricorrenti e, spesso, sanno di centrosinistra: c’è Sorgenia fondata dalla Cir dei De Benedetti e ora in mano alle banche; Exergy del gruppo Maccaferri, un paio di controllate della Graziella Green Power dell’imprenditore aretino Gianni Gori (una delle quali diretta dall’ex sottosegretario all’Agricoltura dei Verdi Stefano Boco). Ci sono gli italo-canadesi di K.R. Energy e pure Saras della famiglia Moratti.

Il Wwf negli ultimi anni ne ha preso le distanze: “Tutto può essere fatto più o meno bene –spiega Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf e, in generale, non siamo contrari alla geotermia. Non capiamo però perché sia stato considerato un settore strategico. Saltare passaggi e ignorare l’opposizione delle Regioni non è sicuramente un buon modo per stabilire un dialogo con i cittadini”.
Finora solo la Toscana ha bloccato i 38 permessi già concessi con una moratoria di sei mesi che ha fatto arrabbiare le imprese coinvolte e i fan della geotermia. A spingere il governatore Enrico Rossi a questa decisione sono tre elementi: la regione non ha bisogno di altra energia elettrica; le proteste di sindaci e cittadini e comitati territoriali, le imminenti elezioni regionali. Dopo il 31 maggio, insomma, si vedrà.
Scarica l'intero articolo del Fatto Quotidiano.

Nessun commento:

Posta un commento